Quando si parla di giochi stealth, è una l’indiscussa bandiera del genere: Sam Fisher. Nato dalla fantasia fantapolitica di Tom Clancy, è un atletico energumeno in grado di scalare pareti, di attraversare interminabili distanze con la sola forza delle braccia e di sgozzare con una rapida mossa le malcapitate guardie che si frappongono tra lui e l’obiettivo della issione; la sua sofisticata attrezzatura e i suoi tecnologici visori gli consentono di aggirarsi nella notte senza essere visto, lasciando una scia di morte alle proprie spalle. In pratica, è una sorta di superuomo.
In Cold War, invece, prenderete il controllo di una persona qualunque, con le remore etiche e i limiti fisici di noi comuni mortali. Matt Carter è un reporter d’assalto, recatosi a Mosca in cerca di uno scoop da premio Pulitzer. Nonostante la Guerra Fredda sia ufficialmente terminata, la distensione e la trasparenza auspicate nei rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica sono ancora un miraggio lontano, minato da complotti segreti e giochi di potere. Su consiglio di un suo informatore, si reca al Cremlino, dove pare si debba tenere un incontro tra il Presidente americano e quello russo. Appostato dietro una statua, attende pazientemente di immortalare lo storico momento con la sua fida macchina fotografica. La soffiata era veritiera, ed entrambi i capi di stato si presentano all’appuntamento. Quando guarda attraverso l’obiettivo, già pregustando il successo, scopre una bizzarra anomalia: grazie a esso, riesce a vedere attraverso i muri, come se fosse dotato di una vista a raggi X. Incredulo, scatta una foto di prova a un estintore che, inspiegabilmente, esplode, facendolo scoprire e mettendo a repentaglio la vita dei due pezzi da novanta. Cosa è successo? Non ha tempo per chiederselo, visto che in men che non si dica si trova rinchiuso nelle carceri politiche del KGB, con la pesante accusa di spionaggio e tentato omicidio.
Per salvarvi la pelle non vi basterà evadere, in quanto in pochi minuti i servizi segreti vi sbatterebbero nuovamente in cella. Dovrete investigare, cercando di capire e di sventare il complotto di cui siete caduti vittime. Privi di qualunque addestramento bellico, sarete costretti a fare di necessità virtù, sopperendo con l’intelligenza alla vostra inferiorità numerica. Nella maggior parte dei casi, infatti, non sarà saggio aprirvi la strada a colpi di pistola, in quanto lo sciame di guardie che si metterebbe sulle vostre tracce non vi lascerebbe scampo. Meglio sgattaiolare nell’ombra, evitando di far scattare i gli allarmi e di comparire sulle telecamere di sorveglianza, aiutandovi con l’abilità manuale e con le conoscenze tecnologiche di Matt.
Come un novello Mac Gyver, combinando in modo appropriato gli oggetti di uso comune che trova sulla sua strada, Carter è in grado di fabbricarsi alcuni utili strumenti per farla in barba agli agenti del KGB. Non essendo però capace, al contrario del suo illustre predecessore, di costruire una bomba atomica utilizzando una buccia di banana e un coltellino svizzero, dovrà limitarsi a ben più modeste invenzioni. Assemblando una sveglia ad alcune componenti elettroniche riuscirete a sviare l’attenzione lontano da voi, mentre unendo una forcella di metallo a del materiale elastico ricaverete una primitiva, ma efficace fionda. Sarà ottima per lanciare monetine e distrarre le guardie, per seguirne i movimenti attaccando delle cimici (elettroniche, ovviamente) ai loro vestiti, o per stordirle con degli anestetici.
Nonostante nei casi estremi sia pronto a usare la pistola, Matt non se la sente di uccidere a cuor leggero. Ai proiettili preferirà gli stracci imbevuti di cloroformio, mentre davanti a uno scontro armato, se possibile, cercherà un nascondiglio sicuro. Ovviamente potrete avvalervi anche della sua inusuale macchina fotografica, vera chiave di volta dei misteri del gioco, in grado di stordire i nemici con un flash “particolare” e di scovarli grazie alla vista a raggi X. È proprio questo il punto di forza di Cold War: mentre in alcuni momenti si ha la sensazione di trovarsi davanti a una versione impoverita di Splinter Cell, la possibilità di vedere attraverso i muri, i pavimenti e i soffitti conferisce al titolo una personalità e un’originalità tutta sua. Se non fosse per questo espediente, il sistema di gioco rischierebbe di diventare ripetitivo e poco interessante, rischio corso un po’ troppo da vicino per raggiungere livelli di eccellenza.
Sotto il profilo tecnico, Cold War vanta un’esecuzione di tutto rispetto. Le luci e gli effetti particellari mettono in risalto la natura oscura e nebbiosa dei livelli, e le musiche e gli effetti sonori mantengono la tensione costante: neanche per un secondo potrete sentirvi al sicuro. La trama è ben realizzata e, senza dubbio, incollerà ai monitor gli appassionati di Storia e di intrighi politici. Pur “tritando” il solito intreccio di spionaggio sulla guerra fredda, Cold War rappresenta un piacevole diversivo rispetto alle storie di terrorismo a cui ci hanno abituato i vari Splinter Cell.
Senza dubbio, non si è in presenza di un capolavoro, ma il particolare approccio al genere stealth e il fascino dell’ambientazione rendono Cold War un titolo da prendere in considerazione per chi, dopo aver finito e rifinito le avventure di Sam Fisher, desidera tornare ancora una volta a sgattaiolare nel buio.
Multiplayer: No |
Sistema minimo: P4 1,5 GHz, 512 MB RAM, Scheda 3D 64 MB, 1 GB HD |
Sistema consigliato: P4 3,2 GHz, 1 GB RAM, Scheda 3D 256 MB | Traduzione: Il gioco è sottotitolato in italiano, mentre il parlato rimane in inglese.
Fonte: Gamesradar.it
