Dopo la delusione di Angel of Darkness, tutti pensavano che la lunga carriera di Lara Croft si stesse avviando al tramonto. Invece, quasi a sorpresa, Tomb Raider Legend è un ritorno in grande stile, patrocinato nientemeno che da Toby Gard, il creatore del primo episodio. Per l’occasione Lara si rifà il look, rinunciando al suo storico primato di eroina maggiorata dei videogiochi con un bell’intervento di riduzione del seno (che rimane comunque colossale, ma meno caricaturale di quelli delle procaci fanciulle di Dead or Alive). In ogni caso i cambiamenti non sono solo estetici: tutti gli elementi tipici dei primi episodi sono stati rispolverati, riaggiornati e riproposti in chiave moderna.
Lo scopo è sempre lo stesso, esplorare i livelli con salti e acrobazie, schivando le trappole e risolvendo i vari enigmi in cui ci si imbatte. A voler fare i pignoli è sempre la solita minestra, ma se non altro a questo giro è stata cucinata con la perizia di uno chef esperto. Lara ritrova la sua agilità, volteggiando leggiadra come una trapezista per le complesse strutture dei livelli. Muoverla è semplice e intuitivo, e bastano pochi minuti per imparare il suo campionario di mosse. La più grossa novità è il rampino magnetico, irrinunciabile gadget che permette alla nostra archeologa di agganciare qualunque oggetto metallico che le si parerà davanti, facendolo crollare addosso agli ignari nemici o spostandolo per creare nuovi passaggi.
Questa nuova possibilità influenza gli enigmi, che in Tomb Raider Legend si sviluppano anche nella terza dimensione. È stato infatti introdotto un motore fisico, rudimentale ma efficace, in grado di gestire la forza di gravità, le leve e le dinamiche dei fluidi. Di conseguenza gli sviluppatori si sono potuti inventare delle situazioni più originali del solito, per uscire dalle quali Lara dovrà agire come se si trovasse in un cartone animato di Will Coyote, con ingegno e un pizzico di creatività. Si tratta di enigmi intelligenti, ma mai troppo difficili o frustranti. Anche i livelli sono vari e suggestivi: si passa dai templi antichi, con le loro sculture erose dal tempo e i loro spettacolari giochi di luce, alle ambientazioni cittadine, con luci al neon e passeggiate sui tetti dei grattacieli.
La vera scocciatura sono i combattimenti. Infatti, per un bizzarro caso del destino, le antiche rovine scoperte da Lara pullulano sempre di malvagi soldati pronti a farle la pelle, tutti col quoziente intellettivo di una lattina di Coca Cola. Eliminarli a colpi di pistola sarà facile, ma noioso, e dopo pochi livelli diventerà una vera e propria scocciatura, in grado di guastare il piacere di esplorare i livelli.
L’altro neo sono le sequenze a bordo della moto: sono belle a vedersi, ma pressoché ingiocabili e ripetitive. Interessante e ben riuscita è invece l’aggiunta di sezioni in stile Laser Game. In alcuni momenti di particolare pericolo bisognerà premere al momento giusto i pulsanti indicati sullo schermo, osservando Lara esibirsi in schivate, salti e capriole da fare impallidire uno stuntman professionista. Il risultato è un gioco d’azione godibile, in grado di soddisfare gli ammiratori di Lara Croft e di divertire anche i suoi detrattori.
Pur non reggendo il confronto con il recente Prince of Persia: I Due Troni, Tomb Raider: Legend è senza dubbio un valido capitolo della serie, in grado di sanare la traballante reputazione dell'archeologa più pettoruta dei videogiochi.
Fonte: GamesradarRequisitiProcessore Pentium a 1000 Mhz,
256 MB di ram,
scheda acceleratrice 3D richiesta 64MB (Geforce 3 anche Geforce 4Mx o Ati Radeon 8500),
sistema operativo Windows 2000/XP,
2,2 GB di spazio libero su Hard-Disk,
lettore CD-ROM 8X ,
DirectX 9.0b (comunque presenti sul CD), modem richiesto per partite su internet.
Non mi resta che augurarvi buon divertimento... e anche buona vista!